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DA VISITARE - RAVELLO

UN PO' DI STORIA

Prima di visitare Ravello sarà bene conoscere un po' della sua storia, perchè più che in ogni altro paese costiero, a Ravello la storia si tocca letteralmente con le mani. Ravello è stata abitata sin dalla preistoria, nel VI° secolo probabilmente fu occupata da alcuni coloni romani spintisi tra quelle zone montuose ritenendole un buon riparo per sfuggire alle invasioni barbariche. Attorno al IX° secolo Ravello entrò a far parte della Repubblica Marinara di Amalfi, e in seguito popolata da un gruppo di nobili amalfitani, ribellatisi all’autorità del doge. La città divenne rapidamente prospera, in particolare grazie ad una fiorente filatoria della lana anticamente detta “Celendra”. Come tutte le città medievali anche il borgo di Ravello fu circondato da mura e le ricche famiglie patrizie iniziarono a costruire le proprie sontuose dimore, eleggendo un proprio duca. Nel 1086 Ravello divenne sede vescovile. Il declino dell'epoca delle Repubblica Marinara Amalfitana fu accelerato con la conquista normanna e la loro affermazione in tutta l'area e ne divenne parte del regno nel 1131. Nel 1137 subì la devastastazione ad opera della Repubblica di Pisa che saccheggiò per tre giorni la città, ma nonostante ciò i Ravellesi si ripresero, e nei tempi successivi conquistarono i mercati arabi e, tra il XII ed il XIII secolo, la città raggiunse circa 36.000 abitanti divenendo un punto cardine commerciale della Costiera Amalfitana.
Durante la guerra del Vespro tra il 1282 e il 1302, i Francesi occuparono Ravello, che si riscattò pagando 135 once d’oro. Guidata dal giudice Giovanni Frezza parteggiò per Ladislao di Durazzo nella sua lotta per la riconquista del regno ed occupò Scala, che invece parteggiava per Luigi II d’Angiò. Nei secoli seguenti Ravello conobbe un nuovo declino e la sua popolazione si ridusse notevolmente: nel XVII sec. poi, la peste decimò ulteriormente la cittadina; nel 1818 la diocesi di Ravello fu soppressa ed aggregata di nuovo all’arcidiocesi di Amalfi.

IL DUOMO

Il Duomo di Ravello è stato fondato negli anni 1086 - 1087 sullo stesso modello dell’Abbazia di Montecassino, infatti a questo periodo risalgono gli architravi delle tre porte nella facciata.
Notevole è il portale centrale, a formelle bronzee, opera di Barisano da Trani risalente al 1179, donato da Sergio Muscettola, marito di Sigilgaida Pironti. Nella formella centrale della terza fila del battente sinistro si può leggere:
"Anno millesimo centesimo septuagesimo nono Incarnacio Iesu Christo Domino Nostro memento Domine famulo tuo Sergio Musetule et uxori sue Sicligaude et filiis suis Mauro et Iohannes et filia sua Anna qot ista porta facere agit ad honorem Dei et Sancte Marie Virginis".
(Tradotto: Ricorda, o Signore, il tuo servo Sergio Muscettola e sua moglie Sigilgaida e i suoi figli Mauro e Giovanni, e sua figlia Anna, poiché egli fece fare questa porta nell’anno 1179 dell’Incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, per l’onore di Dio e della Santa Maria Vergine).
Il campanile composto su due piani, con bifore e archi intrecciati risale al XIII° secolo.
Il portico antistante la facciata fu demolito nel XVIII° secolo, ma ne rimangono quattro colonne. Nella stessa epoca, l’interno era stato ridecorato con stucchi barocchi ma successivamenti rimossi, ne rimangono conservati solo nel transetto).
All'interno due meravigliosi amboni di marmo ad intarsio lo arricchiscono fronteggiandosi: a destra l'ambone del Vangelo, opera di Nicolò di Bartolomeo da Foggia del 1272, e una altro a sinistra di fattura bizantina, raffigurante l'episodio biblico del profeta Giona e del mostro marino, donato dal secondo vescovo di Ravello.
Nella cappella seicentesca, a sinistra del presbiterio vi è custodita una reliquia del sangue di San Pantaleone, già del 1112.
Dalla navata sinistra c'è l'accesso ad un vasto ambiente absidato risalente al tardo medioevo, oggi adibito a pinacoteca.

IL MUSEO DEL DUOMO

Molto interessante è il museo interno al Duomo dove sono raccolti molti reperti che ne componevano il ciborio originale del 1279, opera di Matteo da Narnia e dono di Matteo Rufolo, e rimosso nel XVIII secolo. Inoltre da notare il cosiddetto busto di Sigilgaita Rufolo, che fu opera di Nicolò di Bartolomeo da Foggia.

 

IL MUSEO DEL CORALLO CAMO

II Museo del Corallo di Ravello è stato fondato nel 1986 da Giorgio Filocamo, che in una felice e generosa intuizione pensò bene di esporre alla vista di tutti il suo prezioso bagaglio di oggetti pregiati ed antichi tramandatogli dalla sua famiglia di origini siciliane e napoletane, da cui gli è stata trasmessa la sua grande passione di corallaro. Giorgio Filocamo iniziò la sua attività di produzione ad Ercolano, con i suoi primi modelli, e successivamente si trasferì a Ravello con la propria collezione  più quella storica dei suoi avi, oltre naturalmente ad un immenso bagaglio di esperienza. La bottega-museo sorge sotto il Duomo "Camo". La tradizione del corallo è antica e forte, in passato in diversi paesi della Costiera Amalfitana era praticata la pesca del corallo, dove abili pescatori s'immergevano in apnea per recuperare l'oro rosso, il quale veniva poi lavorato da abili artigiani o venduto direttamente in altri paesi. Tra alcune testimonianze sulla presenza del commercio di corallo in Costiera Amalfitana ci sono ad esempio il Paternostro amalfitano in corallo del X-XI secolo fu rinvenuto ad Amalfi attorno agli anni '1970 casualmente durante uno scavo presso Santa Maria ad Plateam, costruita sopra l’antica gualchiera ebraica di Amalfi. L'attività di pesca e artigianato del corallo era accompagnata da relativo commercio di tale preziosa mercanzia, che veniva esportata nei paesi mediorientali dagli antichi commercianti della Repubblica Marinara di Amalfi. Secondo alcune testimonianze, l'esportazione del corallo che gli Amalfitani effettuarono verso la Siria durante il IX secolo, fosse attivata dagli Ebrei che ad Amalfi avevano tintorie e gualcherie... tratto da C. Tescione.
In Corallo di Enzo Tartamella, pag. 91, Maroda Edìtrice, Palermo. Ottobre 1986; Ad Amalfi, Sebastiano Giuliano si associò, anche lui per la durata di un anno, con il neofita ebreo trapanese Marco Giovanni Zeza per "construere pater nostri de li grossi et piccoli". Gli attrezzi per la lavorazione (per un valore di dieci tarì) dovevano essere approntati da Zeza, mentre Sebastiano Giuliano anticipava in moneta per l'acquisto della materia prima. L'amalfitano doveva mettere a disposizione del suo socio artigiano la bottega e allogio, anticipandogli ogni mese sette tarì e dieci grana per il vitto... tratto da Corallo di Enzo Tartamella, Maroda Editrice, pag. 82, Palermo.
Tra i pezzi artistici di elevato pregio va ricordato di osservare akl Museo, la Madonna Assunta, un Cristo e una Tabaccheria.

VILLA RUFOLO

Villa Rufolo è un antico edificio del centro storico di Ravello, situato di fronte al Duomo nella piazza del Vescovado. La struttura originaria di Villa Rufolo risale al secolo XIII°, con evidenti rimaneggiamenti ottocenteschi. Inizialmente la Villa appartenne alla ricca e potente famiglia di mercanti Rufolo (Landolfo Rufolo è stato immortalato dal Boccaccio nel Decamerone), in seguito andò per successione ad altri proprietari, tra i quali i Confalone ed i Muscettola. Verso la metà dell'800 fu venduta a Francis Neville Reid, un lord di origine scozzese, il quale fece un restauro generale dandogli l'aspetto così come la possiamo ammirare ora. Alla villa si accede attraverso un'apertura ogivale nella Torre d'ingresso; dopo un breve viale si giunge ad un dominato dalla Torre Maggiore che domina i terrazzamenti a strapiombo sulla Costiera amalfitana che ospitano gl'incantevoli giardini fioriti. Tra gli ambienti della villa, inoltre, notevole è un grande cortile soprelevato dalle caratteristiche di un chiostro ed altre sale adibite a museo. Per celebrare la visita del famoso musicista Richard Wagner, nel 1880, che qui immaginò il giardino di Klingsor nel secondo atto del Parsifal, ogni anno il giardino inferiore di Villa Rufolo ospita, sempre con successo di pubblico, i Concerti Wagneriani.

VILLA CIMBRONE

Villa Cimbrone è un edificio storico costruito su di un promontorio roccioso a strapiombo sulla Costiera amalfitana e circondato da un esteso parco, ornato di statue e di altre varie antichità come fontane, poi grotte e alla fine culminante in un belvedere che mostra, specie dalla celebre Terrazza dell'Infinito, scenari di incomparabile bellezza sul Golfo di Salerno e sulle località costiere che domina dall'alto. Il toponimo "Cimbrone" deriva dall'antica denominazione del promontorio roccioso Cimbronium su cui sorgevano i resti di un'antica villa romana, trasformata secoli dopo in ampio casale, ed un tempo residenza dapprima della nobile famiglia Acconciagioco e successivamente dei Fusco, poi ancora dei Amici. Nel 1904 l'intera proprietà fu acquistata da un lord inglese, Ernest Beckett, che trasformò in modo radicale sia la villa, da lungo tempo in stato di abbandono, sia il vasto terrazzamento nello straordinario parco che oggi tutti possiamo ammirare. La villa oggi è adibita ad albergo, invece il vasto giardino è aperto al pubblico a pagamento. L'ingresso sia per l'hotel, sia per le visite è solo pedonale e si accede attraverso il centro storico dalla via di Santa Chiara N° 26.

VILLA LA RONDINAIA

La Rondinaia è una delle ville più belle ed originali della Costiera Amalfitana. Immersa in un parco di una bellezza suggestiva per la sua posizione incastrata tra le rocce appunto come un nido di rondini da cui deriva la denominazione, furono necessarie vere e proprie artifici funambolici da parte dei costruttori, tanto che ancora oggi tra i vecchi del paese si racconta la storia della costruzione, avvenuta nel 1904 ormai come una vera e propria impresa da parte degli operai costretti a lavorare appesi a corde e spettacolari impalcature. L'edificazione avvenne su commissione di Sir Ernest William Beckett, Lord Grimthorpe, il quale incaricò il ravellese Nicola Mansi della costruzione, sia della Rondinaia che di Villa Cimbrone. La Villa è sempre stata oggetto di visite illustri; Virginia Wolf ed il marito Leonard; verso gli anni Quaranta ci venne Vita Sackeville West; Nel 1938 dal musicista Leopold Stokoswski e Greta Garbo, Humprey Bogart, John Huston, Jennifer Jones, Peeter Lore, Gina Lollobrigida, Orson Wells, King Widor e Franco Zeffirelli; Leonida Massine, i celebri pittori Escher e Mirò, scrittori come Truman Capote, Rafael Alberti e Prezzolini, First ladies come Jacqueline Kennedy e Hillary Clinton. Ad un certo punto la figlia di Lord Grimthorpe, Lucille, separò La Rondinaia da Villa Cimbrone, ma in entrambe si continuavano a svolgevano colte discussioni, concerti, spettacoli di teatro e danza. Per tutti gli inglesi venuti in visita a Ravello furono il punto di riferimento culturaledivenendo una sorta di cenacolo intellettuale. Nel 1972 Gore Vidal acquistò la Villa dopo averla visitata già nel 1948 assieme a  a Tennessee Williams. Poi Gore Vidal, nell'impossibilità fisica di continuare a vivere in questo luogo, cedette la proprietà della villa ad alcuni imprenditori alberghieri che daranno alla struttura una destinazione ricettiva, dando così la possibilità ad un numero maggiore di ospiti, capaci di apprezzare la compresenza di così rare memorie storiche unite alla natura esuberante del parco ed al rinnovato comfort delle camere, dei saloni, della piscina, della sala massaggi con bagno turco, delle terrazze proiettate sull'incantevole mare della Costiera Amalfitana.

AUDITORIUM OSCAR NIEMEYER

   
VILLA CIMBRONE
Ravello (SA) - Via Santa Chiara, 26; tel: 089 857459
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VILLA RUFOLO
Ravello (SA)  tel: 089 857657
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