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CETARA

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    Cetara è nota per l'intensa attività che ruota attorno dalla pesca; porticciolo dai numerosi pescherecci, fabbriche di conserve ed altre attività artigianali. Il suo nome anche trae origine dalla pesca, "Cetara" probabilmente deriva da "Cetarii", che era il nome degli antichi mercanti del pesce (Secondo M. Romiti). Nell'812 Cetara fu occupata da una colonia di Saraceni, i quali erano continuamente in conflitto con i paesi vicini fino a quando non furono attaccati e sterminati dai salernitani. Per un lungo periodo di tempo Cetara è stata "Casale" della Città di Cava dei Tirreni e successivamente di Vietri sul Mare. La Chiesa di San Pietro, storicamente datata 988 c'è una lapide di marmo che cita Grandinetto Aulisio, il quale liberò dalle prigioni di Salerno ed in fuga in barca fino a Napoli il principe Federico D'Aragona, successivamente Re di Napoli. Cetara è Comune indipendente solo dal 1833, prima di allora, nel 1030 era tributaria dell'Arcivescovo di Amalfi che vi tassava la pesca. L'attuale edificio comunale è nato nel 1570 come Convento dei Minori Monaci Osservanti e nel 1584 vi fu istituita una congreca titolata come "Santissimo nome di Dio".